Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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CIPEC: Alcune proposte  2005   Torna alle categorie

CIPEC: Alcune proposte

L’azione politica e sociale senza cultura è cieca.

La cultura senza l’azione politica è vuota.

(Franco Fortini)

 

CIPEC: Alcune proposte

 

Come qualcun* di voi avrà visto su “Guida”, “Cuneo sette” e “Targato CN”, i quaderni del CIPEC, dopo dodici anni, scompaiono.

Uscirà ancora, credo a maggio, una inchiesta sulla Lega nord che metterà fine a questa piccola storia, iniziata nel 1995 con un quaderno dedicato alla bella figura di Lucia Canova.

L’amministrazione provinciale giudica i quaderni di parte e ritiene, quindi, di non poterli/doverli più stampare gratuitamente (io portavo il testo pronto e impaginato).

 

Oltre a questa spiacevole notizia (ho ancora tanto materiale che avrei voluto portare alla luce) credo che i recenti fatti nazionali meritino riflessione e discussione e abbiano bisogno di ripensare a strumenti collettivi.

In altri anni, il CIPEC ha svolto a Cuneo una funzione utile: dibattiti, tavole rotonde, cicli di conferenze.

Alla base del nostro lavoro il tentativo di non considerare il marxismo un “cane morto” (espressione assurda per un cinofilo come me), di riprendere le fila di un pensiero critico, assente anche a sinistra, di reagire al pensiero unico che ha dominato gli ultimi anni, di ricercare nella stessa storia del comunismo pagine sconosciute e rimosse.

Ma anche il tentativo di aprirsi a tematiche centrali che pensiamo debbano essere articolate e dialettizzate con il marxismo (che in caso contrario rischia di diventare obsoleto ed inservibile): il nodo ambientale, in tutte le sue implicanze, la questione di genere, il rapporto nord/sud del mondo (il concetto di imperialismo non mi pare per nulla superato), la globalizzazione e il rapporto con le realtà nazionali.

 

Negli ultimi anni (quaderni a parte), le iniziative del CIPEC sono calate di numero e di importanza e per altri impegni (di partito e istituzionali) e per i tanti appuntamenti organizzati dal Tavolo delle associazioni in tutte le sue articolazioni.

Pongo all’attenzione di tutt* due proposte che nascono da considerazioni elementari:

  •  sono necessari un bilancio e una verifica di dieci mesi di governo di centro- sinistra. Ferma restando la necessità di alleanze elettorali contro le destre, che cosa è realmente cambiato circa il lavoro precario, la disoccupazione, le questioni sociali (ricordate la quarta settimana di cui parlavamo in campagna elettorale?) ? Occorre evitare gli “opposti estremismi”: a) centro sinistra e destre sono la stessa cosa  b) occorre accettare tutto affinché non “torni Berlusconi”.
  •  Resta attuale il discorso che spesso abbiamo svolto (1995 governo Dini, 1998 rottura con Prodi e scissione) per cui un governo “non di destra” (non trovo altre espressioni) che non cambi realmente le cose e non risponda alle speranze del suo elettorato, favorisce la crisi del proprio blocco sociale, la disunione dei lavoratori e favorisce (è già successo) il ritorno di forze reazionarie. Il preoccupante spostamento a destra (anche estrema) di tanti giovani è dovuto non solamente, ma anche a questo fatto.
  •  Occorre ragionare sui confini di una politica di mediazione e di compromesso. Fino a dove ci si può spingere? Lavoro, occupazione, diritti sindacali, diritti civili e collettivi, ambiente Per anni abbiamo detto No alla guerra senza se e senza ma. Un governo non vale una guerra. Siamo oggi davanti ad un governo che raddoppia le basi militari per i rambo, partecipa ad una guerra imperialista e neocoloniale, aumenta le spese militari in Finanziaria del 13%, costruisce aerei da guerra, quando da anni chiediamo la progressiva riconversione delle industrie militari.
  •  Il nodo non è facile. Ci sentiamo obiettare che Berlusconi farebbe le guerre di più, taglierebbe di più le pensioni, aumenterebbe il precariato, limiterebbe di più i diritti civili, non rispetterebbe di più il protocollo di Kyoto La necessità di mantenere fede a principi e promesse e di non far cadere un governo frutto di una risicatissima vittoria elettorale, di fare qualcosa di sinistra e di impedire il ritorno di fascisti, populisti, razzisti, fondamentalisti sembrano configgere.
  •  Al tempo stesso, il disorientamento è grande. Nascita di piccoli partiti di sinistra, tentativi di nuove aggregazioni si accompagnano al disincanto, al calo di partecipazione. E’ sempre più forte il dibattito sul rapporto tra politica rappresentativa (partiti, istituzioni) e movimenti di base che nascono su questioni specifiche (TAV, Vicenza, inceneritori). Un rapporto è possibile ed utile (Agnoletto)? E’ impossibile essendo i due mondi del tutto inconciliabili (lo scrivono Zanotelli, Strada ed altr*). E’ addirittura dannoso e ostativo (l’ultimo Revelli)? Il dibattito emerso (Revelli, Cremaschi, Chiesa, Gagliardi, Bertinotti) dalla breve crisi del governo Prodi è di grande interesse e credo sia il vero nodo attuale.
  •  Che cosa significa questo per chi (per quanto conta sono fra quest*) ha scommesso sul rapporto tra partiti e movimenti, sulla necessità di legare tradizione comunista e socialista con ambientalismo, radicalismo cristiano, altermondialismo, pensiero di genere? Credo non ci siano certezze e si debba ripetere sia lode al dubbio. Credo, però, che un momento così difficile possa anche avere qualche aspetto positivo. Deve imporre discussione confronto, abbandono di certezze precostituite che danno false sicurezze.

 

Propongo quindi:

  1.  una assemblea sul nodo Politica, movimenti, forme di partecipazione, aperta a tutt* gli/le interessat*, introdotta da brevissime introduzioni, in cui ognun* possa esprimersi liberamente e confrontarsi. Se se ne sentisse la necessità, questa potrebbe moltiplicarsi in dibattiti pubblici in più località.
  2.  Di ridare vita a qualche attività del CIPEC, senza configgere con il tavolo delle associazioni, struttura fondamentale, anche per i rapporti interni e il metodo di discussione, portandovi temi che possono aggiungersi ed essere complementari ad altri.

 

Per questo, chiedo a chi fosse interessat* di mettersi in contatto con noi per

  •  avere una prima discussione
  •  stilare uno statuto del CIPEC regolarizzandolo con atto costitutivo
  •  discutere su un sintetico programma di attività da integrare con le altre associazioni e da pensare, eventualmente, non solamente a Cuneo.

 

Per chi lo temesse, preciso di non voler mettere alcun cappello partitico. Che cento fiori fioriscano, che cento scuole contendano disse Mao negli anni ’50, anche se poi le cose andarono in tutt’altro modo. Due grandi comunisti critici invitarono allo studio come base per l’azione: Abbiamo tanto da studiare scrisse Rosa Luxemburg, Studiate perchè avremo bisogno di tutta la vostra conoscenza ribadì Antonio Gramsci. 

Sono tempi difficili: E lo saranno ancora di più. Non ci perdiamo di vista.

 

Sergio Dalmasso

Domenica 18 marzo 2007, anniversario della Comune di Parigi.